"Consiglierebbe la carriera di scrittore?" mi chiese uno degli studenti.
"Stai cercando di dire amenità?" gli chiesi.
"No, no parlo seriamente. Consiglierebbe la carriera di scrittore?"
"È lo scrivere che sceglie te e non tu lo scrivere."

Charles Bukowski

venerdì 10 settembre 2010

Elogio del fischio


"Marcello Dell'Utri è stato duramente contestato a Como e costretto ad abbandonare in tutta fretta la sala dove avrebbe dovuto parlare. Il programma prevedeva la presentazione dei diari di Mussolini di proprietà del senatore del Popolo della Libertà, condannato in secondo grado per concorso esterno in associazione mafiosa. [...]"Forse gli autori della 'bravata' neanche lo sanno, ma il loro comportamento incivile nei confronti di Marcello Dell'Utri ha i caratteri di un'azione da squadristi". Lo dice Daniele Capezzone, portavoce del Pdl [..] "La manifestazione che ha impedito ieri a Dell'Utri di parlare a Como è assolutamente indegna e dovrebbe essere condannata da tutti. Invece vediamo che c'è un silenzio omertoso e inquietante". Lo dichiara Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera." Rainews 24

"Il presidente del Senato contestato da alcuni grillini alla festa del Pd di Torino, dice «basta alla stagione di veleni» e auspica «maggiore responsabilità».
Il capo dello stato, Giorgio Napolitano deplora «l'intimidatoria gazzarra contro Renato Schifani». «Il tentativo di impedire con intimidatorie gazzarre il libero svolgimento di manifestazioni e discorsi politici é un segno dell'allarmante degenerazione che caratterizza i comportamenti di gruppi, sia pur minoritari, incapaci di rispettare il principio del libero e democratico confronto e di riconoscere nel parlamento e nella stessa magistratura le istituzioni cui é affidata nel sistema democratico ogni chiarificazione e ricerca di verità». [...] «Provate ad ascoltare», ha spiegato Fassino ai manifestanti. «La festa del Pd - ha aggiunto - è un luogo in cui si discute, per questo abbiamo invitato il presidente Schifani, pur sapendo che molte sue idee sono diverse dalle nostre. In questi giorni abbiamo accusato di essere uno squadrista chi vuole contestare Gianfranco Fini alla festa di domenica. Questo metodo è lo stesso»." Il Sole 24 Ore

"Alle cinque in punto era previsto l'incontro sulle sfide del lavoro e dello sviluppo. Invitati il vicesegretario del Partito democratico Enrico Letta, Aldo Soldi, presidente di Coop, e appunto Bonanni. Il sindacalista non fa in tempo a prendere la parola per salutare la platea che viene investito da una scarica di fischi e slogan. [...]  Il primo a commentare l'episodio è, ancora dal palco, Enrico Letta: "Voi non avete niente a che fare con la democrazia - dice ai contestatori - Siete il contrario di quello di cui ha bisogno il Paese". [...] Per tutta la giornata è stato un susseguirsi di dichiarazioni e di condanne dell'episodio. A partire dalla Fiom [...] "La democrazia è un principio irrinunciabile, basato sul confronto e sulla libertà che tutti devono avere di esprimere le proprie opinioni", ha detto il segretario generale della Fiom-Cgil, Landini. [...] Così anche il segretario Pd Pier Luigi Bersani, il primo a telefonare a Bonanni: "Si è trattato di un atto di intimidazione, direi squadrista". "Dobbiamo recuperare la civiltà del dialogo", dice il segretario di Sel, Nichi Vendola. Per Antonio Di Pietro, IdV, si è trattato di una dimostrazione di violenza che "danneggia la democrazia", mentre Veltroni invita a non soffiare sul fuoco di una situazione economica e sociale "delicatissima"." Repubblica

Ora respirate. Piano. Lentamente inspirate ed espirate. E proviamo a ragionare in questo mondo alla rovescia.
Per partire nel ragionamento dobbiamo individuare tre variabili che spieghino tutto ciò: la libertà di parola, la libertà di contestazione e il potere. Per la verità le prime due variabili sono di per sé conseguenti in quanto una funzione dell'altra, ma nella narrazione ufficiale unanime di questi giorni appaiono distinte proprio perché in questa versione manca la terza variabile: il potere, senza la quale è impossibile capire tutto il resto e senza la quale il potere stesso si fa vittima contrapponendo la libertà di parola a quello di contestazione giungendo a definire squadrista la seconda. Ma andiamo per gradi.

Preso atto dell'esistenza del potere, esso si estrinseca nella sua forma pura, nell'esercitare coercitivamente la sua volonta su chi il potere non lo detiene (sia esso politico, sociale, culturale, religioso o quant'altro). Il potere quindi di per sé non ha un diritto di parola, in quanto esso non ne ha bisogno. Il potere parla! Come e quanto vuole e, l'evidenza del suo potere sta proprio in questa facoltà senza la quale non ci sarebbe potere. 
Colui che subisce il potere (sempre nella sua forma pura) non detiene un potere di parola, questo potere invece, a seconda dei casi, può tuttavia essere accordato grazie al diritto di parola. In altri termini è la lotta e la rivendicazione di chi non detiene potere che strappa a chi lo detiene il diritto di parola. Ne consegue quindi che  il diritto di parola ha senso solo e nella misura in cui è anche diritto di critica e di contestazione al potere.

Nel paradosso di questi giorni invece il discorso dominante narra le vicende tralasciando sé stesso in quanto potere e accusando chi il potere non lo detiene di contestarlo, negandogli libertà di parola. Diviene quindi che la contestazione al potere è un atto squadrista, un atto autoritario e fascista nei confronti del suo diritto di parola. E nel volontario ribaltamento della realtà chi non detiene il potere, manifestando un suo diritto di parola e di contestazione, diviene censore del potere. Il ribaltamento è voluto proprio nella misura in cui il potere si finge vittima per negare il diritto di parola e di contestazione a chi il potere non lo detiene censurandolo come squadrista. Ma è di tutta evidenza che, come visto prima, non esiste un diritto di parola del potere, in quanto il potere parla di per sé: Non riesce forse Bonanni a far conoscere a chiunque le proprie idee e la propria linea sindacale? Ed è forse vietato a Schifani di dire le sue opinioni politiche da Presidente del Senato? E Dell'Utri si ritrova per caso ad affrontare questa dura ed estenuante lotta per far conoscere i suoi (falsi) diari di Mussolini e a difendersi dalle accuse di mafia? É evidente che il solo pensarlo crea ilarità in quanto ad essi non è mai negato spazio comunicativo, in questo o quel salotto televisivo ed in questo o quel giornale e questo proprio perché essi detengono potere, di certo non è riservato lo stesso spazio a me ed alla maggior parte delle persone che il potere non lo deteniamo, sarebbe squadrista quindi se venisse negato il mio diritto di parola, non il loro potere di parola.

Per concludere quindi è bene ristabilire che:
Chi fischia e contesta Dell'Utri, Schifani e Bonanni esercita il suo sacrosanto diritto di parola e di contestazione.
Chi detiene il potere (in un sistema democratico) deve accettare il dissenso e la contestazione. In quanto il potere Parla!
Tutto ciò si chiama democrazia caro il mio Letta.




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