"Consiglierebbe la carriera di scrittore?" mi chiese uno degli studenti.
"Stai cercando di dire amenità?" gli chiesi.
"No, no parlo seriamente. Consiglierebbe la carriera di scrittore?"
"È lo scrivere che sceglie te e non tu lo scrivere."

Charles Bukowski

lunedì 16 gennaio 2012

Caro Assessore


Caro Assessore,

assessore caro, cosa mi combina? Non lo vede il guazzabuglio in questi fondali affollati di naufraghi? Mi sono giunte molte lettere indirizzate a lei in questo periodo, lettere di protesta e costernazione. Poi mi sono giunte sue lettere indirizzate a quelli che le avevano scritto lettere di protesta e costernazione, in cui difendeva il suo operato. Subito dopo mi sono state recapitate lettere di gente che invece la difendeva, per le scelte operate e la spronava a continuare per la giusta strada. Caro assessore, assessore caro, lei così garbato e ben ordinato, presente sulle prime pagine, ma anche sulle seconde e giù in fondo, fino alla cultura ed allo sport. Spero di vederla il più tardi possibile fra i necrologi, che se pur fosse, caro assessore, assessore caro, un assessore come lei, non può certo apparire morto fra tanti altri, fra i Tal Quale o Fra Qualunque, fra coloro che le hanno scritto lettere e coloro che le hanno da lei ricevute. No caro assessore, assessore caro, lei sicuramente apparirebbe in prima pagina, con tanto di comune costernazione, biogrfia della sua lunga carriera, del suo brillante operato, illuminato dai ricordi dei cari e dei suoi consimili; cari assessori e assessori cari come lei, che ricorderanno il suo buon cuore, anche quando operò così deciso, da far infuriare i fruttivendoli o gli apicoltori, gli ambientalisti ed i benzinai, collezionando lettere di protesta dei parcheggiatori ed il plauso caloroso dei commercianti d'abbigliamento intimo. Ma bando a tutto ciò caro assessore, assessore caro, che non son questi temi per chi ruggisce come lei, nonostante i leoni debbano costruirsi in vita i propri mausolei; lei caro assessore, assessore caro meriterebbe ora ben più alti appellativi che non questi lugubri pensieri, ed allora lunga vita a lei caro assessore, assessore caro. Mi premeva però con questa mia missiva caro assessore, assessore caro, a lei indirizzata, che come tutte le missive in questo groviglio dantesco, finiranno nelle mani, o nelle menti, dei suoi scrittori detrattori nonché dei suoi scrittori sostenitori, che io sono ben stanco di ricevere lettere che non mi riguardano e che al contrario riguardano lei caro assessore, assessore caro, nel bene e nel male solo lei, illustrissimo. Capisce il senso della mia frustrazione, lei che sarà stato egualmente frustrato un tempo, per scegliere di diventare assessore. Capisce il mio spaesamento nel ricevere tutta questa corrispondenza non corrisposta. Mi dirà caro assessore, assessore caro, che lo si fa per il mio bene, per i miei diritti, per il mio sacrosanto diritto all'informazione, ad informarmi di tutto ciò che la riguarda, caro assessore, assessore caro. Affinché possa anch'io un giorno o quest'oggi stesso, ergermi a giudice del suo operato, come in una democrazia compiuta, maggiorenne ed affiatata, si conviene. Lo so, caro assessore, assessore caro, ma per un attimo, solo per un momento, capirà lei e tutti i suoi scrivani, scriventi e telescriventi, i suoi detrattori, i suoi trattori e i suoi pusillanimi, i suoi sostenitori, e i suoi tenori, le agenzie stampa, turistiche e parastatali, il mio sconforto giornaliero, di tutta questa comunicazione escludente, per me. Come può il mio animo fragile, sopportale lettere su lettere, petizioni su petizioni, corsivi su corsivi, commenti su commenti, in cui io sia totalmente escluso, il cui il soggetto è solo lei, caro assessore, assessore caro o i suoi scriventi di ogni risma. Mi si dirà, già lo so, assessore caro, caro assessore, che io sono fra virgolette, sottinteso nella corrispondenza, sono il soggetto soggiacente del popolo scrivente, sono la pubblica opinione che non appare firmata, ma è lì nei sostantivi generalizzanti, senza generalizzare. Sono trapassato da ogni lettera firmata in calce per me. Ma caro assessore, assessore caro, non so che farmene di tutto questo, io mi sento assente in quei luoghi disadorni e totali. Potrebbe lei caro assessore, assessore caro, invitarmi a fuggire da quelle sigle, facendomi io stesso scrivente, commentatore e attore di senso nei suoi confronti, ma assessore caro, caro assessore, non ne ho voglia, non ne ho la minima voglia e non è pigrizia caro assessore, assessore caro, non è indifferenza o menefreghismo, è che se pur lo facessi, mio caro assessore, assessore caro, sarei ugualmente escluso da quella missiva, sarei ancora ingabbiato in popoli e firme, in gruppi ed opinioni, e per una volta su di lei, caro assessore, assessore caro, sulle sue posizioni e sulle sue opposizioni, non voglio aver voce in capitolo. Mi basterebbe da parte sua, o dei suoi amanuensi, una lettera a me indirizzata. No, non di quelle prestampate con il nome che cambia volta per volta, caro Gigi Remigi, caro Carlo D'Amarlo, caro Anselmo Tinsegno, caro Teodoro Matescanso...e giu notizie che non mi riguardano e certo non potrebbero, se riguardano tutta questa gente. No caro assessore, assessore caro, vorrei per una volta una lettera tutta per me, unica e induplicabile. Che mi chieda sul mio stato d'animo, su come va quell'affare, su cosa bevo a colazione, su chi frequento ultimamente, se ho poi finito quel tal tomo, o se son ancora provetto ciclista. Le sarei grato caro assessore, assessore caro, se lei potesse, o se non lei qualcun altro, i suoi innumerevoli mittenti e destinatari magari, inviarmi anche solo una frase diretta al sottoscritto, io che non sottoscriverei la sua candidatura, ma apprezzerei così la sua tenera natura. Potrei anche pensare di abbandonare questo isolamento, se voialtri pensaste ai soggetti per un momento.

Suo per ora
Marto Martini
Bookmark and Share